Comunità energetiche rinnovabili: cosa sono e perché sono un’opportunità per il futuro.

FABIO ZANELLINI

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    Il team Falck Renewables - Next Solutions è a disposizione per rispondere alle tue domande.

    Confermo di aver letto e compreso l’Informativa sul trattamento dei dati personali e:

    Ciao e benvenuto al nostro ospite di oggi, Fabio Zanellini.

    Fabio finalmente siamo riusciti a braccarti.  Tu sei Consigliere delle associazioni ANIE energia e ANIE rinnovabili, Presidente della commissione tecnica ANIE energia con delega agli affari regolatori e Coordinatore della commissione energia per la Federazione ANIE. Sempre per ANIE, ricopri il ruolo di Presidente della commissione tecnica gruppo sistemi di accumulo, mentre sei coordinatore del gruppo sistemi di accumulo di Italia Solare.

    Sei membro di alcuni Comitati tecnici del Comitato Elettrotecnico Italiano (CEI), e membro del comitato di redazione per le riviste AEIT e L’Energia Elettrica e sei anche Consigliere per la sezione di Milano di AIET.

    Insomma, una serie infinita di ruoli istituzionali. Ma per quanto ci riguarda tu sei anche e soprattutto Responsabile degli Affari Normativi e Regolatori di Falck Renewables – Next Solutions. Ti va di presentarti brevemente e spiegarci come riesci a gestire così tanti cappelli?

    Ciao Annachiara, la domanda difficile è proprio questa della gestione, ma provo a rispondere sinteticamente: forse la mia formazione professionale mi ha sempre spinto a occuparmi del sistema elettrico in maniera integrata e coordinata e, quindi, di cercare di tenere presente le istanze di tutti gli attori del sistema elettrico – consumatori, produttori, gestori di rete e di sistemi di trasmissione – così da avere una visione di sistema e cercare di declinarla poi nei vari ruoli. Ecco, così riesco a gestire i vari ruoli e a galleggiare in una realtà così complessa come la nostra industria elettrica.

    Andiamo al tema della nostra intervista, le comunità energetiche rinnovabili. Ci spieghi che cosa sono?

    Le comunità energetiche rinnovabili sono una delle forme di condivisione dell’energia che l’evoluzione normativo-regolatoria recente mette a disposizione del sistema elettrico italiano e, più in generale, del sistema elettrico europeo. Prevedono, quindi, la possibilità di “scambiare”, condividere energia elettrica (ma anche energia termica) oltre il punto di connessione, tra più utenti del sistema elettrico. Quindi la tematica nuova è condivisione dell’energia.

    Hai parlato di condivisione come una novità nella normativa regolatoria italiana. Perchè?

    Perché fino ad oggi ci si è concentrati sul cosiddetto autoconsumo, ovvero sulla produzione e consumo di energia elettrica (stiamo parlando di energia elettrica sotto lo stesso punto di connessione, quindi nella maniera più prossima che il sistema elettrico conosca, con una serie di vincoli e requisiti normativi molto stringenti e molto specifici). Il tema della condivisione dell’energia è la novità perché supera questo concetto, cioè consente di sviluppare delle forme di generazione ritagliate sul consumo, dimensionate sul consumo, prescindendo dal fatto che questo condivida con la generazione il punto di connessione, ma rispondendo a dei requisiti più laschi, meno stringenti e più favorevoli al generale concetto di transizione energetica.

    Quali sono le caratteristiche e i benefici di una comunità energetica e come si sposano queste nuove realtà con il tema delle rinnovabili?

    Le caratteristiche sono sostanzialmente il fatto che un insieme di produttori e consumatori si possano, in qualche modo, accordare per mettere in comune le proprie esigenze in termini di consumo e le opportunità in termini di soddisfacimento, attraverso impianti di produzione che, nella maggior parte delle configurazioni di condivisione, devono essere da fonti rinnovabili e devono rispettare altri requisiti, per esempio un requisito di prossimità geografica che, nella fase iniziale del recepimento di questa novità normativa, era stata individuata nella cabina secondaria ed oggi è stato esteso alla cabina primaria e al megawatt come taglia massima del singolo impianto, assoggettabile ad una comunità energetica. Qual è la caratteristica principale, peculiare? Se noi pensiamo a delle forme di generazione rinnovabile, quelle più note, più diffuse, più comuni, per esempio il fotovoltaico, si tratta di impianti di produzione che possono essere veramente concepiti in maniera estremamente distribuita e puntualmente coordinata con le esigenze di consumo. Coordinata sia in senso in senso spaziale, quindi vicine al consumo, sia in senso temporale, perché i benefici che si possono conseguire in termini di incentivo riguardano il minimo orario tra l’energia immessa in rete dagli impianti di produzione rinnovabile assoggettati alla Comunità e l’energia prelevata dalle unità di consumo assoggettate alla Comunità.

    Quindi è proprio questa forma di generazione rinnovabile, così flessibile, così pervasiva, che può essere ritagliata su misura dell’aggregazione di consumo, che è interessata a queste forme di condivisione. È un po’ la ricetta vincente, cioè il fatto di costruire una transizione che sia a misura di consumo e, quindi, un ulteriore grado di efficientamento nel filone della transizione energetica.

    A che punto siamo in Italia, cosa manca perché si arrivi ad un vero sviluppo delle comunità energetiche rinnovabili?

    Siamo a buon punto, nel senso che abbiamo iniziato bene perché abbiamo iniziato prima, recependo in maniera sperimentale questo tema della condivisione. Quindi oggi ci troviamo con molte idee già chiare, già cristallizzate, già patrimonio degli operatori industriali. Quello che abbiamo già fatto è un primo importante passo con il recepimento, a fine del 2021, delle direttive Red 2 e della Direttiva Mercati: entrambe contengono indicazioni e requisiti in ordine ai soggetti che possono intraprendere la condivisione dell’energia e alle configurazioni in cui questa configurazione si declina.

    Mancano una serie di normative secondarie e una serie di delibere dell’autorità e direi che l’obiettivo è quello del prossimo settembre; quindi, entro settembre 2022 dovremmo avere un quadro chiaro di che cosa vuol dire condivisione dell’energia in Italia.

    Per noi di Next Solutions è un tema molto importante perché al nostro interno lavoriamo sia con i consumatori e, in particolare attraverso Energy team, con i consumatori di grande taglia e di media taglia, sia sulla produzione perché abbiamo il compito di sviluppare impianti di generazione di media taglia diffusa e sistemi di accumulo, sfruttando queste forme di accordo con il consumo. Inoltre, produciamo strumenti, apparecchiature per il monitoraggio dei consumi e dalla generazione e per la gestione di queste forme di aggregazione dell’energia, non solo ai fini della massimizzazione dell’autoconsumo, ma anche per l’erogazione di servizi di rete. Quindi si tratta di un’evoluzione normativa che accompagna e sostiene anche il nostro percorso di evoluzione industriale, sostenendola e indicandoci le direzioni in cui lavorare.

    Quindi per noi, come elemento di sviluppo delle attività sia di installazione di impianti FER che di diffusione di strumenti di misure monitoraggio e di sistemi di accumulo, è una evoluzione normativa fondamentale.

    Fabio grazie mille per la tua disponibilità e chiarezza.

    Grazie a voi, buona giornata!